Ieri, 24 giugno, è iniziato Passaggi Festival con l’inaugurazione di sei mostre dedicate alla fotografia, alla pittura, alle illustrazioni e alle incisioni. Queste saranno aperte al pubblico a partire dalla giornata di oggi sino alla fine del festival e, in alcuni casi, anche oltre.
L’apertura ufficiale è stata preceduta da una cerimonia di inaugurazione itinerante guidata da Paola Gennari, iniziata alle 18.
Giorgio Biani, Spartak
La prima mostra fotografica è quella di Giorgio Bianchi, celebre foto reporter di guerra che ci racconta la tragica vicenda di un villaggio ucraino che, a causa della guerra, conta oggi solo quarantacinque abitanti. Le sue sono opere rappresentano la fame, la guerra e la povertà con uno sguardo oggettivo e non pessimistico. Per comprendere la reale entità del traumatico evento Bianchi ha immortalato scene che testimoniano l’assenza di quei comfort che noi consideriamo oggi normali e scontati. Un’immagine ci mostra, per esempio, l’approvvigionamento di acqua potabile per mezzo di autobotti distribuita agli abitanti a seguito dell’interruzione da più di tre anni del servizio di acqua corrente.
Cristina Pergolini e Giordano Perelli, fotografia ed arte
Questa mostra fotografica nasce da un progetto che prevedeva la demolizione di un peschereccio. Tramite le sue foto Cristina Pergolini ci vuole mostrare come in realtà la fotografia non sia affatto facile, diversamente da quello che pensano molti. Si tratta di un processo creativo che dipende esclusivamente dalla peculiare sensibilità della persona che si trova dietro alla fotocamera, una persona che, come nel caso di Cristina, ha deciso di porre il suo vissuto e la sua ricerca artistica nella rappresentazione di un oggetto arrugginito come una vecchia barca trasformandola in un soggetto comunicativo.
La mostra di Giordano Perelli invece illustra con diverse tecniche quali incisione, plaquettes e pittura su libri quelle che sono le emozioni e gli stati d’animo della donna che si ritrova talvolta ad attraversare momenti difficili e cupi.
Centrale Fotografia e Guido Banconi convivono al teatro della Fortuna
Dopo aver lavorato per quarant’anni in una libreria, la passione di Guido Bianconi per i libri, unita a quella per l’arte, lo ha portato a dare nuova vita ai volumi destinati al macero dopo il terremoto del duemila dodici. Questi sono stati trasformati in vere e proprie opere d’arte esposte nel foyer del Teatro della Fortuna.
Nella stessa sala gli scatti di dieci fotografi di Centrale Fotografia raccontano la storia di Viale Europa e dei suoi abitanti, riuscendo a unire e confrontare un orizzonte cosmopolita con uno più ristretto legato alla città di Fano. L’idea è nata sfruttando il tema di Passaggi Festival: C’era una volta in Europa.
Mauro Biani, le nostre libertà
All’interno della Mediateca Mondadori si è tenuta la mostra di illustrazioni e disegni di Mauro Biani, noto illustratore e vignettista italiano. Da sempre collocate nel solco della satira, le opere di Biani affrontano tematiche importanti legate al pacifismo, ai diritti umani ed al campo della legalità. I suoi disegni ci raccontano la faccia più cruda del nostro paese delineando un’Italia che anziché dedicarsi al progresso sembra aver intrapreso la via dell’involuzione. In un disegno un patriota italiano dice ad un uomo del XXI secolo di essere morto anche per la sua libertà e si sente rispondere che nessuno gli aveva chiesto di farlo. In un’altra illustrazione particolarmente attuale e pungente l’autore si è soffermato sulla questione dello “ius soli”: un uomo bianco nega questo diritto ad un bambino non italiano affermando che se così facesse verrebbe meno la sua stessa identità, ritenendo evidentemente il suo essere italiano una prerogativa esclusiva e non un diritto condivisibile. Su questa linea si mantengono anche gli altri disegni, affrontando tematiche che spaziano dalla libertà della donna fino al concetto di democrazia.