Ieri sera in piazza XX Settembre, nell’ambito della rassegna Grandi Autori, il Professor Giulio Tremonti, ex-ministro dell’economia e delle finanze, ha presentato il suo libro “Le tre profezie” (Solferino). Durante l’intervento intitolato “Appunti sul futuro” Tremonti ha conversato con Lorenzo Salvia, giornalista del Corriere della Sera.
Quali sono le tre profezie?
La prima profezia del libro di Tremonti è quella di Marx: “Lo stregone evoca potenze sotterranee che alla fine non riuscirà più a controllare”. L’America – lo stregone- ha permesso alla Cina di emergere ed ora deve confrontarsi con la Cina stessa.
La seconda profezia è quella fatta da Goethe, rappresentata dallo scambio accettato da Faust tra l’anima ed una vita diversa da quella reale: Tremonti riconosce il passaggio tra la vita normale e quella che puoi fare in rete: “ Siamo passati da Cogito ergo sum Digito ergo sum.” La moneta di Facebook -libra- è, per esempio, l’invenzione di un mondo che non c’è, illusorio.
La terza profezia è quella di Leopardi. Quando il poeta parla di Roma, la vede come una civiltà cosmopolita che alla fine ha consegnato la cittadinanza a tutti: “ tutti si sentono cittadino romano ma nessuno lo è più”. Partendo da questa affermazione Tremonti la riconduce all’idea di un qualcuno che non poteva immaginare l’Europa senza la patria e, stando a Tremonti, questo è il modo giusto di concepire l’Europa: “come una foresta in cui bisogna non perdere di vista i singoli alberi.” Le profezie di cui parla Tremonti si sono ampiamente avverate ma forse sono addirittura andate oltre: “diciamo che è come se sul Titanic avessi chiesto un bicchiere di whisky con ghiaccio per vedermi poi arrivare l’iceberg.”
L’Europa secondo Tremonti
Tremonti ci racconta l’Europa attraverso quattro luoghi. Il primo è Ventotene: l’isola in cui Spinelli, Rossi e Colorni diedero vita al celebre Manifesto immaginando per la prima volta l’Europa. Il secondo è Algeri dove nel ’43 si tenne una conferenza poco nota sull’Europa ed iniziò un dibattito sulla struttura che avrebbe potuto assumere: i protagonisti di tale dibattito furono Churchill e Roosvelt. Il terzo luogo è Roma , il luogo più alto della costruzione europea. Qui 6 stati sovrani decisero di far nascere qualcosa di efficace: la Comunità economica europea. Infine, l’ultimo luogo di cui ci parla Tremonti è Maastricht, dove nel ’92 fu stipulato un Trattato per fissare le regole politiche e i parametri economici e sociali necessari per l’ingresso dei vari Stati aderenti all’allora Comunità europea.
Passando all’Europa attuale Tremonti evidenzia come questa abbia 23 competenze esclusive delle quali abusa. L’eccesso di regole crea un’alienazione, un ripudio da parte dei popoli che non accettano dei processi di unificazione. “Ma se non ci fosse stata l’Europa cosa sarebbe successo?” – chiede Salvia a Tremonti – “l’Europa ci sarebbe stata ad ogni modo” – sostiene Tremonti – “quando è nata la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio l’Italia ha aderito senza avere nè carbone nè acciaio”.
Stati Uniti e Cina un nuovo bipolarismo
Si vanno contrapponendo due modelli di civiltà: La repubblica Popolare Cinese e l’America. Il futuro dell’Europa è a repentaglio secondo Tremonti: “Le classi dirigenti dicono che anche noi siamo al tavolo ma ci sono due modi di stare al tavolo: come sale o come pietanza scritta sul menù”. Tremonti, però, esclude che ci possa essere una guerra che abbia i tratti delle grandi guerre del ventesimo secolo: “La guerra si faceva ai tempi di Tucidide ed Hitler per conquistare la terra ma la terra non ha più il senso di questi tempi”. Indubbiamente, però, una guerra commerciale già c’è: è un conflitto fatto di dazi.
Uno sguardo al nostro Paese
Parlando di politica Tremonti insiste su come si tratti di “una cosa molto seria, molto complicata e che presuppone che si sappia come farla”. Invece nella situazione in cui versa il nostro Paese sembra che alcune questioni importanti siano diventate strumenti di propaganda o peggio questioni che non possono essere affrontate per timore di perdere consensi: la spesa pubblica, per esempio, è passata dall’essere “un modo per prendere voti ad un modo per perdere voti”. Tremonti si pronuncia anche rispetto al reddito di cittadinanza affermando che non si pone del tutto a sfavore considerando il fenomeno dell’automazione del lavoro: “L’idea del reddito in assenza di lavoro è nata nella Silicon Valley”. “Ci attende un mondo senza lavoro o con molto meno lavoro?”-domanda Salvia – Tremonti a questo punto afferma che sicuramente la disoccupazione non può che aumentare di questo passo, trasformando, infine, la strofa della canzone “Bandiara Rossa”-tradizionale canzone socialista e comunista- da “degli sfruttati l’immensa schiera” a “dei disoccupati l’immensa schiera”.