Uno degli ultimi appuntamenti per la rassegna Grandi Autori di Passaggi Festival è stato quello che, domenica 30 giugno, ha visto sul palco Giulio Sapelli. Il professore, economista, storico, consulente strategico e consigliere di amministrazione per importanti imprese internazionali, ha presentato sul palco di piazza XX Settembre il suo libro “Nulla è come prima” (Guerini Associati) ed ha conversato con Romualdo Rondina, Presidente della BCC di Fano, e con Lorenzo Salvia, giornalista del Corriere della Sera.
“Nulla è come prima”
Si tratta di un libro che analizza l’impatto di una lunga crisi sulle piccole e medie imprese italiane. È un libro in realtà ottimista e non del tutto negativo: sembra, infatti, che le piccole e medie imprese italiane abbiano risposto non sempre negativamente alla crisi. Il libro nasce con un’idea di fondo: che la crescita e lo sviluppo economico – sono infatti diversi, lo sviluppo economico guarda ad una serie di aspetti, come per esempio l’aspettativa di vita, che il neoliberismo ha messo in secondo piano – siano in qualche modo aumentati in Italia, nonostante la crisi economica del 2008, proprio grazie alle piccole e medie imprese. Ciò non sarebbe accaduto in nessuna altra parte del mondo. Pur tra mille difficoltà una forma di impresa ha contribuito significativamente a tenere qualche punto di PIL. Nell’affrontare, inoltre, il discorso sulle imprese -sostiene Sapelli– bisogna ricordare che esse non hanno come fine il profitto ma il miglioramento della qualità della vita.
Una controrivoluzione ideologica
“Oggi” – continua Sapelli– “la crescita economica ha preso il sopravvento sullo sviluppo”. Un tempo la crescita di un paese teneva in conto anche il livello di occupazione, ora si parla solo di crescita economica. “Dobbiamo tenere comunque a mente che in tutte le grandi rivoluzioni tecnologiche” – continua il Professore- “si perde della forza lavoro”. In realtà, però, queste innovazioni se acquisite dalle piccole e medie imprese possono avere effetti positivi. In ogni caso, nonostante nel medio e lungo periodo questi posti di lavoro possano essere acquisiti da tali imprese, ci aspetterebbe comunque un futuro con meno lavoro di oggi.
L’intervento di Rondina
Il discorso sulle piccole e medie imprese viene ripreso, successivamente, da Romualdo Rondina. “Nel territorio marchigiano” – sostiene Rondina – “non ci sono state molte fusioni tra BCC locali proprio perché non si sono lasciate indietro le piccole e medie imprese e ne è stato riconosciuto il valore per lo sviluppo economico”. Nonostante i parametri economici siano piuttosto positivi il pericolo è sempre in agguato e bisogna tenerlo ben presente.
Il superamento del sistema capitalistico
Riflettendo sempre sulla questione della rivoluzione tecnologica e la conseguente automazione del lavoro, Sapelli porta avanti un’aspra critica al sistema capitalistico: “Sono un personalista cristiano a livello filosofico ma economicamente sono un vecchio marxista”- afferma il Professore- “Il sistema capitalistico, per me, è un sistema arcaico che va rivoluzionato”.
Non sarebbe la tecnologia in sé il problema, secondo Sapelli, ma la tecnologia capitalista. In ogni caso, però, il professore sottolinea come ci debba essere un limite etico alla scienza per quanto riguarda l’intelligenza artificiale.
La soluzione che propone Sapelli per lo sviluppo delle piccole e medie imprese è, infine, un superamento del neoliberismo spietato attraverso un modo comunitario di cooperazione “all’Olivetti”: l’unico in grado di funzionare.