La parola bullismo fu per la prima volta usata dallo psicologo svedese Dan Olweus negli anni ’70.
Con questo termine egli indicava la ripetizione sistematica di azioni ostili, in ambito scolastico, operate da un gruppo o da un singolo individuo con effetti di prevaricazione.
Con il passare degli anni e l’avvento di nuove forme di comunicazione e diffusione di contenuti questa definizione è stata ampliata e oggi comprende numerosi fenomeni legati a diversi contesti e modalità d’azione.
Volendo introdurre una classificazione delle diverse forme di bullismo possiamo distinguere quello diretto e quello indiretto: il primo prevede un contatto tra autore e vittima mentre il secondo è costituito da atti offensivi e psicologicamente violenti come diffamazioni, intimidazioni mediate ed esclusioni dal gruppo.
Le cause del bullismo: dai disagi interiori alla competizione
Ci viene naturale chiederci quali siano i motivi che spingono un giovane ragazzo o addirittura un bambino a prevaricare un proprio coetaneo e ad aggredirlo verbalmente o fisicamente in modo costante.
Le cause che portano a commettere atti di bullismo sono legate a fattori individuali o a dinamiche di gruppo.
Spesso a influire sono modelli educativi caratterizzati da un’eccessiva severità o da uno smisurato permissivismo, disagi interiori latenti o inconsapevoli e aspetti come l’assenza di senso di responsabilità e un disimpegno morale.
Tra le cause legate alle dinamiche di gruppo si possono trovare invece comportamenti antisociali, la sottovalutazione delle conseguenze delle proprie azioni, la provocazione nei confronti degli adulti, della scuola o della famiglia, e un modello culturale e sociale basato sulla competizione e la sopraffazione.
Effetti e segnali d’allarme
Gli effetti sulla vittima sono principalmente un forte stress emotivo, un senso di impotenza e una totale mancanza di autostima.
Quando il fenomeno si ripete per lungo periodo e in modo molto violento si presentano spesso veri e propri disagi psichici quali ansia o depressione.
I segnali d’allarme che possono aiutare a individuare e successivamente aiutare una vittima di bullismo sono il calo del rendimento scolastico, la difficoltà nel socializzare e la manifestazione di tendenze autolesionistiche.
Ci sono anche conseguenze negative nell’autore di tali atti.
Il bullo infatti non solo sviluppa una sempre maggiore incapacità di avvertire la sofferenza della vittima, ma subisce un indebolimento di remore di carattere etico ed è esposto a un alto rischio di sviluppo di comportamenti devianti come l’abuso di sostanze o condotte penalmente rilevanti.
Cyberbullismo: bullismo in rete
Una forma di bullismo molto frequente è ora il cyberbullismo, condotto attraverso strumenti telematici come internet e social network.
Grazie alla tecnologia i bulli riescono a coinvolgere un più ampio gruppo di osservatori e a raggiungere la propria vittima in ogni luogo e momento della loro vita, sottoponendola quindi a una totale e invasiva oppressione.
Il cyberbullismo, sebbene non comporti azioni fisicamente violente, può essere più dannoso del bullismo stesso.
L’utilizzo di internet permette infatti una diffusione immediata e senza limiti territoriali di immagini e messaggi offensivi e consente l’anonimato degli autori, che sono così emotivamente distaccati e totalmente incoscienti delle conseguenze delle proprie azioni.
Come combattere bullismo e cyberbullismo
La giornata contro bullismo e cyberbullismo nasce nel 2017 per sensibilizzare la popolazione su tale tema, che costituisce una vera e propria emergenza nella nostra società.
Per ostacolare ed evitare lo sviluppo di questi fenomeni violenti è necessario un impegno da parte degli organi educativi.
A tale scopo nelle scuole italiane è generalmente presente un docente con il compito di coordinare la sensibilizzazione degli alunni, soprattutto i più piccoli, verso questi fenomeni e vengono organizzate frequenti iniziative di prevenzione e di contrasto che coinvolgono attivamente gli studenti.
Per quanto riguarda l’intervento in seguito alla scoperta di determinati atti di bullismo sono stati formulati specifici progetti volti a sostenere le vittime e a rieducare, attraverso l’esercizio di attività riparatorie o di utilità sociale, gli artefici di tali condotte.
In particolare contro il cyberbullismo è fondamentale che ogni bambino riceva un’educazione all’uso consapevole di internet e ai diritti e doveri connessi all’utilizzo delle tecnologie informatiche attraverso la scuola e la famiglia.