De Andrè cantava “Primavera non bussa lei entra sicura, come il fumo lei penetra in ogni fessura” e credo che siano dei versi perfetti per l’inizio di questa strana e cupa primavera che stiamo vivendo. Nonostante il nostro animo non sia necessariamente pronto alla rinascita e a quel risveglio che la Primavera porta con sé anche quest’anno, la stagione è arrivata e noi non possiamo fare altro che lasciarla entrare nelle nostre case, lasciare qualche spiraglio aperto, qualche “fessura”.
Primavera, stagione inquieta. Il libro
Un altro modo per immergerci con la mente in questa dimensione primaverile potrebbe essere il libro Primavera. La stagione inquieta di Alessandro Vanoli che si inserisce nella serie “le Stagioni” dell’editore Il Mulino, che segue l’altro suo saggio, Inverno. Il racconto dell’attesa.
Il volume si colloca in uno scenario caratterizzato proprio da elementi che nell’immaginario collettivo sono associati a tale stagione: il ritorno della luce, l’inizio di un nuovo ciclo vitale, ma anche l’inquietudine, la libertà che fanno da sfondo ad una serie di lotte e rivendicazioni sociali, basti pensare al maggio del ‘68 o alla festa dei lavoratori. “La primavera – si legge nella presentazione del libro – racconta una sorta di struggente nostalgia, di quando, alle origini, noi e il mondo eravamo una cosa sola, legati dallo stesso ritmo e dallo stesso ordine delle cose”.
Da qui la definizione di primavera come stagione inquieta, dove inquieta si libera della sua accezione negativa e assume il significato di qualcosa in movimento: ecco che nel libro compaiono i viaggi che vedono coinvolti i pellegrini, ma anche i mercanti o si parla delle legioni romane che riprendono la loro marcia.
La Primavera diventa momento di riti fondamentali della storia dell’umanità proprio per il suo profondo significato simbolico: dalla Pasqua cristiana ed ebraica ai riti pagani, come, per esempio, quelli che celebrano i miti delle origini, la primavera dei greci o le idi di marzo.
Natura e bellezza
Ma parlando di Primavera non si può non celebrare la natura, protagonista indiscussa di questo momento dell’anno: è una natura acerba ed ancora intorpidita che si risveglia nei giardini, nei chiostri dei conventi, o nei recinti fioriti dei romanzi dell’amor cortese, o ancora nei giardini arabi e che fa da cornice al testo.
Ogni capitolo, infatti, si chiude con un erbario e con la storia dei fiori primaverili (intesa in senso storico, mitico): dai tulipani col loro viaggio dall’Himalaya, alla primula e al timo legate alle fate, o la margherita che preannuncia l’arrivo della stagione. Nell’opera si parla anche dell’arte e della musica che spesso hanno descritto e cercato di imprimere e celebrare questa particolare stagione ricca di bellezza e, pertanto, grande stimolo alla creatività.
Se, pertanto, può sembrare impossibile in questi giorni accogliere la Primavera nei nostri cuori vale la pena provare a conoscere meglio il ruolo che la Primavera ha avuto nella storia dell’umanità attraverso un’opera che si propone come un modo alternativo di fare storia, un modo più narrativo e forse, per questo motivo, più vicino alle esigenze che viviamo in questo particolare momento storico.
Il racconto che offre Vanoli lascia, infatti, spazio alla fame di conoscenza e alla curiosità. Magari il prossimo anno ci faremo trovare preparati e daremo meno per scontato l’avvento di questa splendida ed inquieta stagione.
Primavera, l’autore
Alessandro Vanoli è esperto di storia mediterranea. Tra i suoi libri per il Mulino: «Andare per l’Italia araba» (2014), «Quando guidavano le stelle» (2015), «La Sicilia musulmana» (2016), «L’ignoto davanti a noi (2017)», «La via della seta» (con F. Cardini, 2017) e in questa stessa serie «Inverno» (2018).
Titolo: Primavera. La stagione inquieta
Autore: Alessandro Vanoli
Editore: Il Mulino
ISBN: 978-88-15-28589-8
Pagine: 280
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