La quarta serata della Rassegna di saggistica “Libri in Piazza” ha ospitato, in collegamento video da Long Island, la diva del cinema Sharon Stone con Il bello di vivere due volte (Rizzoli). Presentata con parole dall’intensità travolgente dal Direttore di Passaggi Giovanni Belfiori, è poi stata intervistata da Paolo Mereghetti e Silvia Bizio. Si tratta di una donna carismatica, che ha la bellezza del coraggio. Ha raccontato sé stessa in un libro doloroso, faticoso, toccante. “Sin dalla prima pagina si capisce che siamo davanti alla vita nella sua interezza, composta di alti e bassi difficili da superare per chiunque e se rapportati ad una stella del cinema diventano vette e abissi dal quale è difficile riuscire a riemergere. Arrivano le parole di una donna, non di un personaggio, le parole di una vita vissuta” , dice Belfiori.
L’autenticità e la potenza delle parole
Oltre ad aver scritto un toccante libro Sharon ha deciso di registrarne anche un audiolibro. Dalla sua voce trapela grande emozione nella lettura di ogni singola parola, rendendo l’ascolto commovente. La registrazione è avvenuta nell’intimità della sua camera da letto, intraprendendo un viaggio di esplorazione compiuto in modo privato. L’attrice ci racconta di quanto un’esperienza simile, soprattutto per lei che è buddhista, sia stata estremamente positiva perché le ha portato grande chiarezza. Una volta conclusa anche la realizzazione dell’audiolibro non ha potuto né tantomeno voluto promuoverlo, come si suole fare, attraverso feste di lancio, firma copie e tour, perché “è troppo personale e vero, c’è troppo di me”.
Il cinema e la letteratura italiana come salvavita
Ne “Il bello di vivere due volte” ci sono curiose citazioni del cinema italiano, che derivano da una grande passione e conoscenza del nostro cinema e della nostra letteratura.
“Tutta questa letteratura italiana che ho divorato è stata importante nella mia vita, letteratura e cinema sono quello che secondo me mi hanno tenuta viva” dice commuovendosi. Cita in particolar modo il film “Nuovo Cinema Paradiso”’ dicendo di amarlo, è uno di quei film che l’ha colpita nel profondo, tenendola viva nell’inconscio nei duri momenti di ricovero. La voce di Sharon toccando questi argomenti si fa carico di grande intensità trasmettendo forte emozioni a tutta la platea in suo ascolto.
La passione per le cause umanitarie: una donna dal cuore altruista
Le cause umanitarie nella vita di Sharon Stone sono un aspetto fondamentale. Si tratta di qualcosa che sente di dover e voler fare, spinta da un forte interesse nell’aiutare a salvare vite umane. Il suo attivismo ha avuto inizio quando era molto giovane, aveva circa vent’anni e la sua vicina di casa affetta da HIV era una donna incinta andata in ospedale a causa di una gravidanza difficile. Quando partorì non era possibile sapere subito se anche i suoi bambini fossero stati esposti all’HIV – poi si è scoperto di sì. Così Sharon ha deciso di intraprendere il nobile cammino delle cause umanitarie raccogliendo milioni da tutto il mondo per trovare una cura all’AIDS. 38 milioni di uomini, donne e bambini sono stati uccisi da questa malattia, 33 milioni ci vivono tuttora, ma ancora non c’è nemmeno un vaccino, né una cura. Una donna di tale spicco all’interno della società che si dedica ad aiutare il prossimo senza esitazione denota un cuore enorme carico di altruismo. Al mondo servirebbero più persone così.
Le cause umanitarie prima della carriera
Nella presentazione del suo libro non cita nulla della sua grande carriera cinematografica, non un solo film, tantomeno uno dei numerosi premi conseguiti nel corso degli anni. Quando le è stato chiesto il perché e se le cause umanitarie fossero di maggior rilievo per lei, l’attrice ha affermato: “I miei film possono far star meglio le persone, è anche questo è importante, ma penso che le mie azioni umanitarie salvino vite”. Sharon cita anche gli innumerevoli pregiudizi che ci sono nei confronti dell’AIDS, i quali non hanno permesso di trovare le cure necessarie per milioni e milioni di persone. Se solo combattessimo questi pregiudizi e quelli verso le adozioni di bambini da ogni parte del mondo come combattiamo il Covid, avremmo salvato tantissime vite.
Il flirt con Bob Dylan
L’ultima domanda posta alla star del cinema riguardava un’affermazione che fece all’interno del film di Martin Scorsese, “Rolling Thunder Revue”, in cui dice di aver avuto un flirt con Bob Dylan. Si tratta senz’altro di una storia inventata, ma l’intervistatore Paolo Merghetti ha avuto la curiosità di chiederle come fosse nata l’idea. Sharon ha raccontato come tutto il cast avesse un buon rapporto con Bob Dylan, così un giorno mentre erano tutti insieme hanno iniziato a divertirsi inventando storie. Da qui è nata l’idea di questo flirt che è stata poi citata anche nel film.