A far incominciare al meglio la quinta serata di Passaggi Festival in Piazza XX Settembre, per la Rassegna “Libri In Piazza”, Annalisa Cuzzocrea, importante giornalista politica de La Repubblica e mamma di due figli, Carlo e Chiara. Annalisa Cuzzocrea ha presentato il libro “Che fine hanno fatto i bambini”, edito da Piemme, e ha conversato con Stefano Corradino, giornalista di cronaca di Rai News 24.
L’indifferenza verso i bambini e i ragazzi
Il libro si presenta come un’inchiesta sulle ragioni dell’indifferenza generale del governo e della politica verso i bambini e i ragazzi durante il periodo del Covid-19 e non solo, attraverso numerosi dialoghi con psicologi e scrittori. L’immagine sulla copertina che mostra un bambino con il megafono è il simbolo che la pandemia era considerata una tragedia solo per gli anziani e che i bambini e gli adolescenti non erano mai stati al centro dell’attenzione del dibattito politico. Ci sono voluti mesi per capire le pesanti conseguenze per bambini e ragazzi in seguito alla chiusura delle scuole e all’isolamento nelle case. L’idea di proteggere i bambini rinchiudendoli in casa si è rivelata tragica e sbagliata.
L’importanza di comprendere le differenze tra le famiglie
Secondo Annalisa Cuzzocrea, mettere in contrapposizione i diritti di anziani e giovani non ha senso, per due motivi: i diritti sono uguali per tutti e la tragedia del Covid-19 ha riguardato allo stesso modo entrambe le generazioni. Il governo durante questo periodo ha affrontato tutte le tematiche, eccetto le scuole e i bambini, sostenendo che essi stanno bene in casa con i genitori, ma non capendo le situazioni problematiche presenti in diverse famiglie. Negli altri Stati d’Europa, soprattutto nel Nord, ogni governo affronta queste questioni con molta attenzione. In Italia queste tematiche sono sempre state affidate alle famiglie. Se a Fano, e in generale nel Centro-Nord si lavora alla ricerca di spazi per bambini e adolescenti, purtroppo non è così a Napoli e nel Sud Italia.
Una situazione molto delicata
Nei quartieri spagnoli della città partenopea non esistono mense e biblioteche, così i bambini sono costretti a lasciare gli studi, e soprattutto non c’è nessuno che li protegge. Ci si chiede com’è possibile proteggere i ragazzi abbandonati dalle famiglie. Purtroppo questa situazione non è mai stata presa in considerazione da un sistema politico che accolla ai genitori tutta la responsabilità e che guarda esclusivamente alla parte produttiva della popolazione. Non è normale togliere l’amicizia e il contatto tra i ragazzi. I giovani chiedono di essere protetti e difesi come gli anziani e vogliono scuole e trasporti sicuri. Dato che molti bambini non svolgono la didattica a distanza o la svolgono con enormi difficoltà e si perdono, hanno deciso di riunirsi nelle strade e nelle piazze, sempre con numerosi controlli per salvaguardare la salute, per stare insieme e non perdersi con la scuola.
L’importanza del rapporto tra genitori e figli
Particolarmente importante è la situazione di Luca, ragazzo di 13 anni di Torino, i cui genitori sono ricoverati in ospedale per il Covid-19. Si trova a vivere in casa con il fratello, ma gli amici chiedono aiuto ai loro genitori per portarlo in ospedale e fargli vedere i suoi genitori. L’unico lato positivo di questa pandemia si vede nel rapporto saldo ricreatosi tra genitori e figli. Su questo punto un artista americano sostiene che in Italia diverse generazioni stanno insieme, a differenza della California.
I bambini devono ricevere i diritti e la cittadinanza
Nessuno ha mai aperto in politica un dibattito sul rapporto tra la pandemia e gli adolescenti. Infatti nessuno dei politici è a conoscenza del fatto che i bambini non sono tutti uguali tra loro: bisogna scoprire le loro diversità. Non solo è un bene, ma è un dovere riconoscere ai bambini i loro diritti e farli crescere integralmente in un paese normale dove alla base ci sono ideologie sbagliate. Quasi un milione di bambini non possiede la cittadinanza italiana: non deve essere un premio ma una condizione necessaria dare a tutti i bambini la cittadinanza. La burocrazia crea soltanto le discriminazioni. La politica non ha il coraggio di portare avanti la legge Ius Soli a causa di un’ideologia del tutto infondata. La realtà è troppo forte per essere messa in secondo piano dalle ideologie. Pertanto è necessario identificare lo sbaglio e chiedere alla politica di rimediare al più presto.
“Non dare i diritti ai bambini genera povertà, e di conseguenza il Paese non migliora. Il desiderio è che a tutti i bambini siano dati i loro diritti e che si crei un posto migliore dove tutti possano vivere bene”.