Marisa Laurito Passaggi Festival 2021

La carismatica Marisa Laurito, accompagnata da Flavia Fratello, è stata ospite il 22 Giugno in Piazza XX Settembre in occasione di Passaggi Festival, in cui ha avuto luogo l’esposizione della sua biografia “Una vita scapricciata” (Rizzoli Editori).

Il teatro: una profonda vocazione

Marisa Laurito apre l’evento ricordando l’insieme di scelte che l’hanno portata ad intraprendere la carriera di attrice: questo nobile mestiere non viene limitato al fine utilitaristico di raggiungere il successo e la popolarità. La Laurito confessa che questo pensiero non la sfiorò minimamente, in quanto soffocato dalla crescente brama di iniziare a recitare. Regala al pubblico il racconto del momento esatto in cui decise di voler prendere una determinata strada nella vita: aveva la tenera età di nove anni e, giocando in soffitta con gli abiti della madre e della zia, si imbatté in uno specchio. Portava lunghe trecce che casualmente raccolse dietro la nuca, lasciando nella sua immagine riflessa una pettinatura nuova, diversa, corta (che porta tuttora). Innamorandosi di questa ventata di cambiamento, decise di voler intraprendere questo mestiere: Marisa Laurito non si spiega come a nove anni si potesse avere le idee così chiare, “forse era un segnale”, esordisce lei. Nonostante ciò, la paura prende sempre il sopravvento prima di entrare in scena: un rituale strano che rivela di possedere è quello di spazzare il pavimento del palcoscenico per attutire la pressione, “il palco è come se fosse casa mia, per questo lo pulisco sempre, è una disperazione!”, suscitando la risata da parte del pubblico.

Spiritualità sì, Scaramanzia no

Flavia Fratello fa notare al pubblico come la biografia si apra con un ”capitolo 0” e si chiuda con un quadro astrale. Sorge spontanea una domanda: perché inserire ciò, se si rifiuta categoricamente la scaramanzia? La Laurito spiega che solitamente tende a non credere a queste cose, ma avendo un amico che molteplici volte è stato in grado di prevedere determinati avvenimenti, si è lasciata leggermente persuadere. Ci viene offerto poi un aneddoto intimo appartenente alla vita della donna, ossia un evento-cernita nel suo modo di affrontare la realtà: un viaggio extracorporeo manifestatosi durante un momento particolarmente drammatico, ossia in concomitanza con la morte della madre. Marisa Laurito afferma di essere uscita dal suo corpo, osservando la scena dall’alto, sentendosi felice e sollevata. Dopo essere ripiombata nella nostra dimensione, annuncia di aver cambiato prospettiva di vita, iniziando a scrutare (seppur metaforicamente) le situazioni dall’alto, interessandosi particolarmente alla cura dell’animo.

Parti scarsamente trattate

Pensando al nome dell’attrice, la maggior parte di noi lo assocerebbe al suo ruolo in “Quelli della notte”, programma di Renzo Arbore. La giornalista Flavia Fratello evidenzia il fatto che nell’autobiografia sia stato dedicato solo un piccolo spazio ad un progetto così importante: Marisa Laurito, con grande semplicità, spiega che il progetto di Arbore è stato importante per quanto riguarda il flusso di nuove amicizie, ma se inserito nell’arco della sua carriera personale ed emotiva, quest’ultimo occupa solo una piccola parte. Ma non è l’unico argomento trattato scarsamente: nella biografia non vengono citate spesso le relazioni amorose, né la bellezza intesa come problema estetico. Il motivo? Alla donna semplicemente non interessa fondere la sfera privata con quella pubblica, affermando che determinati argomenti devono rimanere intimi (per quanto riguarda le relazioni), mentre per quanto riguarda la bellezza, anche in questo caso esordisce con la frase “non mi interessa”. La cosa importante, secondo la sua opinione, è quella di curare l’anima: non è interessata alla dieta, non ha problemi di bellezza né è ossessionata dallo scorrere del tempo. La Laurito spiega: “Il tempo non esiste. Finché ognuno di noi ha la mente per progettare, a chi importa dell’età?”

Una vita dinamica si scontra con la staticità della pandemia

Indubbiamente la personalità dell’attrice è dinamica ed irrefrenabile, e questi tratti si riversano nelle sue scelte di vita compiute. Innanzitutto la donna sottolinea il suo percorso tortuoso per affermarsi nel mondo teatrale: lo stipendio era scarso, dunque non svolse mai solo ed esclusivamente questa professione, ma ne intraprese molte altre (come l’impastatrice in un cantiere edile, amalgamando l’intonaco) per guadagnarsi da vivere. Questa costante ricerca di novità si riflette anche nella carriera artistica: Flavia Fratello nota come Marisa Laurito avesse rinunciato a realizzare “il sequel” di molteplici progetti (ad esempio “Quelli della notte”), fermandosi ad una sola edizione. Alla richiesta del motivo di questa scelta, la Laurito spiega che non si è mai pentita di ciò, in quanto dopo un successo ha sempre cercato di dedicarsi ad altro e di accumulare sempre più esperienze e novità.  Ma un’altra caratteristica della donna è la forte insofferenza alle imposizioni, parola che da un anno a questa parte ci accompagna quotidianamente a causa della pandemia. Dunque Flavia Fratello le chiede come ha vissuto il periodo di lockdown, e dalla risposta della Laurito emerge una profonda umiltà e semplicità: ”Prevalentemente l’ho passato a cucinare. Una cosa orribile è stata sentire la morte sempre presente nell’aria, e soffrire per il dolore di tanti altri vedendo immagini di città stremate.”

Una biografia come autoanalisi

Paradossalmente la biografia presentata parla poco della sua vita in sé, ma evidenzia soprattutto le interazione tra la Laurito e le persone incontrate progressivamente negli anni. La donna ammette che inizialmente scrivere un libro del genere non era nei suoi piani, non ne era totalmente convinta. Ma quando ha iniziato a scrivere, afferma di aver intrapreso un percorso intenso di autoanalisi e di essersi preposta un obbiettivo: dalla sua biografia doveva trasparire un chiaro messaggio indirizzato soprattutto ai giovani, ossia quello di non rinunciare mai ai propri sogni anche se possono apparire irrealizzabili, poiché la realizzazione di un obbiettivo sosta innanzitutto nel pensiero. Coglie anche l’occasione per ringraziare il pubblico che le ha da sempre donato affetto: per questo motivo non lo identifica come un’entità astratta, ma come una grande famiglia.

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