Giorgio Santelli è giornalista per RaiNews24, a Passaggi Festival, in occasione della rassegna “Giallo a mezzanotte”, ha presentato il suo romanzo “Sotto le ceneri” (Santelli Editore). Conversa con l’autore Andreina Bruno (Redattrice culturale).
I tre misteri
Santelli è sempre stato appassionato di scrittura, non a caso la sua professione è quella di giornalista. Durante il periodo della pandemia ha voluto porsi una sfida: scrivere un romanzo, anzi, un giallo. Andreina Bruno valuta questa sfida superata a pieni voti tanto è intrigante e misteriosa la trama. Il libro si compone di tre avvenimenti: estate 1992, la macchina di due giovani sposi di ritorno dal viaggio di nozze finisce in una scarpata, speronata da un camion. Omicidio o incidente? Vent’anni dopo, Matteo Sabelli, un giornalista d’inchiesta che indaga sullo sversamento di tonnellate di ceneri di carbone provenienti dalla Liguria in un piccolo paese umbro incappa in maniera molto particolare nella storia dei due sposi. In una giornata di novembre, il giornalista, fermatosi in un autogrill a prendere un caffè, ascolta per caso la storia che un camionista sta raccontando a dei poliziotti: un loro collega sarebbe stato fermato da una donna sul bordo di una strada e questa avrebbe gridato, colpendolo: “Perché avete ucciso Anna e Paolo?”. Il nome degli sposi deceduti. Ciò che è ancora più strano è che questo fatto sarebbe già avvenuto dieci anni prima, sempre nello stesso giorno di novembre. Questi tre avvenimenti: la macchina degli sposini speronata dal camion e finita in una scarpata, l’inchiesta di Sabelli sulle ceneri di carbone e “Il fantasma della donna” che si dispera alla morte di Anna e Paolo si rivelano strettamente legati l’uno all’altro.
Il protagonista e la bellezza dell’Umbria
La figura del protagonista è quella del giornalista Matteo Sabelli, 40enne, scapolo, scrive in un giornale dove troppo spesso il caporedattore gli consiglia di lasciar perdere le piste delle sue inchieste. Sabelli è un uomo per il quale c’è spazio solo per il lavoro, non ha amici, non si lega a nessuno. Tuttavia Matteo fa spesso paragoni della sua vita con quella degli altri, molte volte si sente triste e solo e questo non fa altro che spingerlo ancora di più nel mondo del lavoro. Quello che in apparenza sembra un carattere egoista si rivela indice, piuttosto, di un meccanismo di difesa nei confronti degli sconosciuti: non lasciare entrare nessuno nella propria vita significa non poter essere ferito da nessuno. In secondo piano troviamo poi, come sottolinea Andreina Bruno, uno scenario dominante: quello dell’Umbria e, in special modo, quello di Orvieto, città cara all’autore. Il protagonista parla delle vie e dei monumenti che percorre mentre si reca al lavoro, dei paesaggi immersi nel verde tra i quali è cresciuto. Come sottolinea l’autore: “Il rischio di vivere nella bellezza è rischiare di abituarcisi”, bisogna quindi descrivere questi luoghi, capire che non è scontato vivere in un paese tanto meraviglioso, si deve elogiare la bellezza dell’Italia, dell’Umbria, di Orvieto.
La musica nel libro
Ultima incredibile particolarità del romanzo è che ogni capitolo comincia con delle citazioni di personaggi noti e un QR Code. Scannerizzando il codice col telefono si potrà ascoltare un brano di musica lirica scelto dall’autore per ogni capitolo. Spiega Santelli: “Siccome sono appassionato di lirica penso che in questo modo si possano far provare delle emozioni che forse potrebbero non essere colte durante la lettura. Ogni capitolo ha un brano lirico attinente alle sensazioni che la musica, unita al testo, può suscitare”. Una vera e propria colonna sonora per ogni “puntata” del libro. L’incontro si conclude nel gioco di luci ed ombre della Chiesa di San Francesco, mentre l’autore fa ascoltare al pubblico un brano di Maria Callas che si disperde nelle vie addormentate di Fano in una calda notte di fine giugno.