Nell’undicesima edizione di Passaggi Festival la rassegna di narrativa Europa/Mediterraneo ospita tre autori di origini albanesi. Tra questi vi è Elvira Dones, che venerdì 24 giugno ha presentato il suo ultimo romanzo La breve vita di Lukas Santana (La Nave di Teseo). L’autrice ha conversato con Anna Lattanzi, capo redattrice di Albania Letteraria, e Carolina Iacucci, critica letteraria.
La condanna di Lukas Santana
La breve vita di Lukas Santana è una riflessione sulla pena di morte e sulla Legge delle Bande in Texas. Lukas è un giovane gangster quando viene condonato alla pena capitale senza nemmeno aver commesso un omicidio. Questo è possibile perché l’ordinamento penale del Texas prevede questa estrema sanzione anche per chi, pur senza aver commesso materialmente un delitto di sangue, è parte di una gang.
“Attorno ai condannati a morte c’è un inferno dantesco”, come ha spiegato Elvira Dones al pubblico di Passaggi. Coloro che “stanno per morire” non sono solo i condannati a morte, ma anche le loro mogli, le famiglie e gli amici. Per questo nel suo romanzo la tragedia di Lukas viene raccontata anche attraverso le tragedie di coloro che gravitano intorno a lui. Tra questi personaggi c’è, ad esempio, Beatriz, la moglie di Lukas, che non lo abbandona mai durante la detenzione che precede l’esecuzione. Nel suo caso occuparsi della persona che si è amata non è più soltanto un atto d’amore; Beatriz resta al fianco di Lukas per dimostragli che non lo sta tradendo, ma anche per creare un alibi per coprire la sua mancanza di coraggio nei confronti del cambiamento.
La storia di Lukas e di altri ottanta condannati a morte
La breve vita di Lukas Santana non è solo un romanzo, si ispira ad una storia vera. Elvira Dones ha seguito il giovane nell’ultima estate della sua vita. Lukas era un ragazzo texano che viveva al confine tra Messico e Stati Uniti, nella Vallata di Rio Grande. Aveva deciso di concedere ad Elvira la sua ultima intervista per lasciare a suo figlio, ancora piccolo, un racconto della sua vita. Alla giornalista ha raccontato la sua storia senza enfasi, senza mai negare le sue colpe ed esperienze, e da qui è poi nato il romanzo.
Sono un’ottantina le persone condannate a morte in Texas solo per aver fatto parte di una gang, e questo romanzo racconta anche la loro storia, non solo quella di Lukas. Si tratta di ragazzi mai usciti dal Texas, che non hanno mai visto il mondo e non hanno avuto la possibilità di crescere. Elvira ha dato voce agli ultimi, ha raccontato il buio cercando la luce e trovandola in coloro che spesso vengono dimenticati.
Il rapporto con i genitori: dal conflitto alla comprensione
Spesso i figli giudicano i genitori quando sono ancora troppo giovani per capire i loro sforzi, quando le loro limitate esperienze non permettono ancora di comprenderli. Beatriz guarda la madre dall’alto in basso, la giudica e la considera troppo sottomessa. La accusa di non aver lottato per i propri sogni e solo da adulta comprende poi le ragioni delle sue rinunce. Allo stesso modo Lukas rinfaccia alla madre la sua assenza, senza comprendere che quella assenza, dovuta ai tre lavori che doveva svolgere per portare qualche spicciolo a casa, era necessaria per poter sopravvivere. Il percorso di comprensione degli altri varia in base al luogo in cui si è nati e cresciuti, alle opportunità che si hanno e agli strumenti che si acquisiscono. In un ambiente come quello in cui vivono Lukas e Beatriz la comprensione è ancora più difficile, ma non è mai troppo tardi per intraprendere tale percorso.
La sorella del protagonista in un tema che poi legge di fronte all’intera classe scrive che il fratello è condannato a morte. La sua figura non è stata inventata da Elvira, ma rappresenta i ragazzi dell’organizzazione Kids Against the Death Penalty. Sono i giovani il motore del movimento contro la pena di morte.
Elvira Dones: una scrittrice che ascolta e osserva il mondo
Come ha ricordato Anna Lattanzi, Elvira Dones è un’eccellente scrittrice, documentarista e sceneggiatrice. Tra i suoi libri più celebri ci sono Vergine giurata, che ha avuto anche un’interessante trasposizione cinematografica, e Sole Bruciato. Elvira Dones riesce a trasferire in narrazione tematiche molto forti su cui si informa a fondo svolgendo accurate indagini e ricerche. È una scrittrice che ascolta le parole e i suoni del mondo, che osserva. È in grado di approfondire le figure che animano i suoi libri rendendole trasparenti ai lettori, ma senza darle loro in pasto.
Elvira Dones ha confidato al pubblico che la scrittura di La breve vita di Lukas Santana non è stata facile. Per capire cosa provano i detenuti e immergersi nell’orrore della loro vita, l’autrice si è chiusa nel suo bagno, che è comunque più grande di una cella, riuscendo a rimanerci solo otto ore. Dopo aver lasciato e ripreso la scrittura del libro più volte, Elvira Dones è riuscita a raccontare la storia di giovani condannati a morte in un romanzo emozionante, vero e sincero.