Domenica 21 Giugno per la rassegna di graphic novel “Passaggi fra le Nuvole” Manuele Fior, intervistato dai critici di fumetti Virginia Tonfoni e Alessio Trabacchini, ha presentato al pubblico Celestia (Oblomov), una storia in due volumi di fantascienza, avventura e riflessione.
I tre ospiti hanno aperto l’incontro ricordando e omaggiando Tuono Pettinato, fumettista italiano scomparso qualche giorno fa.
Celestia, una storia di fantascienza e avventura
Celestia è un’isola di pietra su una laguna. Un’esplosione distrugge il ponte che la collega alla terra ferma, separandola dal resto del mondo. I suoi abitanti sono costretti a trovare un nuovo modo di vivere e a cambiare le proprie abitudini, ma non tutti ci riescono con facilità. Saranno i più giovani, come i protagonisti Dora e Pierrot, ad esplorare la nuova realtà e a guidare gli adulti, ancorati al passato e incapaci di andare avanti.
Celestia riprende ed elabora in nuove direzioni alcuni personaggi e temi, come quello della telepatia, già trattati da Manuele Fior nel suo precedente romanzo L’intervista.
Da Venezia a Celestia
“Celestia è e non è Venezia”.
Fior ha sfruttato uno stratagemma a cui spesso si ricorre nel mondo della narrazione e che possiamo trovare anche nei fumetti di Batman. L’autore, volendo evocare gli spazi della città veneta, dove ha studiato e dove vive, senza tuttavia limitare la propria creatività nei confini del reale, ha creato un luogo immaginario ed essa ispirato.
A Celestia ci sono anche edifici realmente progettati per Venezia, ma mai realizzati. L’ospedale è quello ideato da Le Corbusier e tra i palazzi ne compare uno progettato da Frank Lloyd Wright.
Il nome Celestia deriva da Campo della Celestia, spiazzo veneziano, così chiamato per il suo convento. Potrebbe essere, inoltre, interpretato come un omaggio al fumetto Venezia Celeste di Moebius.
I bambini: i depositari di un sapere superiore
Il tema centrale in Celestia è la comunicazione tra giovani e anziani, tra bambini e adulti. La nuova generazione è depositaria di un pensiero puro e di un’intelligenza spontanea.
Ricorre frequentemente nella letteratura la figura del bambino saggio, che non essendo stato ancora contaminato dalle limitazioni della cultura contingente, possiede un sapere superiore e universale. Possiamo trovarla ne Le guide del tramonto di Arthur C. Clarke, ma anche nella Bibbia.
L’intero fumetto è un’analisi del rapporto tra generazioni diverse. In Celestia sono i bambini che comprendono per primi e si trasformano in guide per i più grandi, prendendosi cura di loro.
Tra distopia e utopia
Le recenti narrazioni del futuro presentano tutte un carattere distopico, mentre precedentemente avevano le sembianze di un’utopia. Secondo Alessio Trabacchini, i fumetti dell’autore di Celestia si pongono in una zona intermedia tra il distopico e l’utopico.
Manuele Fior, sostenendo che il concetto di distopia debba essere aggiornato in seguito alla pandemia, afferma di aver cercato di immaginare una storia nuova con il fine di stupire i suoi lettori. Per fare ciò si è quindi allontanato dalle rappresentazioni del futuro già elaborate da altri.
Come fare un fumetto: dal lavoro di ricerca all’uso dei colori
I due volumi di Celestia sono molto luminosi. L’autore sperimenta nell’utilizzo dei colori cercando di creare immagini mai viste e inaspettate. Manuele Fior ricorre anche all’astrazione, che, secondo lui, nel fumetto ha una funzione narrativa. Se posto all’interno di una storia, anche ciò che separatamente sembra non comunicare nulla racconta qualcosa.
L’evento si è concluso con una domanda dal pubblico, che ha portato il fumettista a raccontarci il lavoro dietro le sue opere. Per stimolare la creatività Manuele Fior cerca di informarsi in maniera approfondita sul tema che ha deciso di trattare, leggendo libri e riviste, guardando film e visitando luoghi che possano aiutarlo nella creazione degli spazi. Per esempio per riprodurre il luccichio dorato nel buio di alcune pagine di Celestia, ha visitato i mosaici bizantini di Ravenna. Dopo queste approfondite ricerche, l’ispirazione nasce quasi da sola, incontrando una persona o passeggiando per vecchie strade.