Marino Sinibaldi lascia Radiotre. Venerdì 2 aprile, giorno del suo compleanno, Sinibaldi conclude l’esperienza alla direzione di Radiotre e decide di salutare la comunità dei fedeli ascoltatori dell’emittente, avvicendandosi con il nuovo direttore Andrea Montanari, proprio dai microfoni di Fahrenheit, la trasmissione di cui fu ideatore e conduttore.
Marino Sinibaldi lascia Radiotre
Sinibaldi, dopo aver svolto per circa vent’anni l’attività di bibliotecario presso la Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea di Roma e aver condotto e curato programmi televisivi e radiofonici, ottenendo numerosi riconoscimenti, era diventato nel 1999 vicedirettore e nel 2009 direttore di Radiotre, un “luogo” che, accomiatandosi, definisce “luminoso”.
“Ho fatto il mestiere più bello del mondo”, aveva detto pochi giorni fa in un’intervista a La Repubblica.
Nato nello stesso anno della televisione, nel 1954, Marino Sinibaldi confessa di essere cresciuto in un tempo in cui la radio aveva un ruolo fondamentale e di essere stato un assiduo e attento ascoltatore di Radiotre, prima di diventarne conduttore e direttore.
La cultura che spinge “Un millimetro in là”
Cresciuto nella borgata romana di Valle Aurelia, figlio di un tramviere, l’incontro con i libri avvenne a scuola perché in casa sua non ce n’erano: rappresentavano per lui il mezzo per conoscere il mondo, una sorta di manuale per comprenderlo e anche per relativizzare le proprie emozioni; erano una porta d’accesso all’avventura, un mezzo per sognare, per stimolare la propria curiosità. La Radio, invece, era e resta il luogo dell’oralità della parola, la “forma di comunicazione superiore a tutte le altre” ricorda, citando Don Milani.
Eletto da poco presidente del Centro per il Libro e la Lettura (Cepell), Sinibaldi, nel giorno in cui lascia Radiotre, ribadisce la convinzione che anche “la cultura più alta e consolidata debba essere accessibile a più persone possibili”, perché, come afferma nel suo libro, “Un Millimetro in là”, la cultura è “la condizione necessaria per autodeterminare la propria vita e per liberarla”, “la forza” per modificare quel “piccolo pezzo di destino”, su cui l’individuo può agire.
La nascita di Fahrenheit e la rivoluzione di Radiotre
Con quest’idea di una cultura inclusiva e unendo le due grandi passioni del suo creatore, i libri e la radio, nel 1999 nasce Fahrenheit, trasmissione che si propone di far dialogare i libri con il mondo, mettere in comunicazione gli autori con i lettori e “rompere le pareti” che separano i libri dalla vita quotidiana. Il programma ospita al suo interno percorsi musicali, giochi intellettuali, caccia a libri introvabili, collegamenti con Festival e manifestazioni artistiche e uno spazio per ascoltare i libri letti “Ad alta voce”.
Nasce il primo nucleo di una comunità interattiva, informata e affezionata di ascoltatori che crescerà con gli anni, diventando la comunità di Radiotre nel momento in cui Marino Sinibaldi approderà alla direzione della rete, apportando una rivoluzione non solo nei contenuti, ma anche nelle forme e nei linguaggi.
Consapevole di due fenomeni che stavano affacciandosi sulla scena con l’avvento delle nuove tecnologie, la smaterializzazione dei contenuti, facilmente reperibili, e l’interattività, che indebolisce il ruolo di mediazione dei giornalisti, Sinibaldi rifonda la Radio partendo da tre concetti fondamentali: bellezza, intelligenza, che facevano già parte della tradizione di questa emittente, e contemporaneità, intersecandoli in modo che la radio diventi parte della quotidianità degli ascoltatori e possa attivare un desiderio concorrenziale con altri mezzi.
Cambiano le prospettive, il racconto diventa condivisione e narrazione, cambiano gli spazi stessi in cui usufruire dei programmi radiofonici, grazie alla rete, così che la fruizione sia moltiplicata, ma anche spostando la Radio nei luoghi fisici in cui si fa cultura, nei Festival e nei teatri.
La comunità di Radiotre
Nasce così una vera e propria comunità di Radiotre, fortemente identitaria, che crea gruppi social come “Radio3-la nostra radio preferita”. La definizione migliore la fornisce Marino Sinibaldi che la conosce molto bene: “Il pubblico di Radiotre non è soltanto la somma di ascoltatori e ascoltatrici, è una comunità viva, che ama la cultura, discute i fatti e le idee politiche, scientifiche, sociali del proprio tempo, si appassiona all’arte, alla musica, al cinema e al teatro, legge libri e vuole conoscere gli autori, sempre alla ricerca di nuovi valori e nuove creazioni”.
Una comunità che entra a far parte integrante di alcune trasmissioni come “Prima pagina” o “Tutta la città ne parla”, che costruiscono i propri contenuti partendo dal dialogo con gli ascoltatori, ma anche una comunità vivace, attenta e presente che va stimolata, sfidata, “mettendo anche in discussione le conoscenze acquisite”.
Una platea cresciuta durante il periodo della pandemia perché ha trovato in Radiotre un rifugio, non solo in cui poter continuare a trovare concerti e teatro, ma anche uno spazio in cui condividere domande, dubbi e idee in attesa delle risposte ufficiali.
Radiotre rappresenta per i suoi ascoltatori “quel piccolo mondo di intelligenza, generosità, allegria, dedizione al lavoro e attenzione agli altri” che, nel giorno in cui se ne va, Sinibaldi ammette “gli mancherà moltissimo”: quei valori che il suo ex direttore ha saputo incarnare e trasferire a ogni singola trasmissione di Radiotre.
Marino Sinibaldi lascia Radiotre, a Passaggi Festival curerà la rassegna “Anno per anno”
Marino Sinibaldi fa parte dal 2018 del Comitato scientifico di Passaggi Festival e quest’anno ha curato “Passaggi Digitali” (i prossimi incontri in diretta Facebook: Dacia Maraini 9 aprile, Chiara Colombini 23 aprile, Ezio Mauro 12 maggio).
Nell’edizione 2021 di Passaggi Festival, in programma dal 18 al 25 giugno a Fano, Sinibaldi curerà la rassegna libraria “Anno per anno”, ospitata nell’ex Chiesa di San Francesco.
“Per il festival il suo apporto è insieme importante e gratificante – spiega il direttore di Passaggi, Giovanni Belfiori – Sinibaldi non è solo l’intellettuale che ha rivoluzionato il modo di far cultura alla radio, ma è anche quello che ha influito, e continuerà a influire, sulle abitudini e i consumi culturali degli italiani. La Radiotre che ha costruito non è una radio di nicchia: è una radio popolare che possiede l’ironia dei tolleranti, l’audacia dei coraggiosi, l’impertinenza dei curiosi. I suoi consigli librari, quelli musicali, i festival o le iniziative che segnala sono sempre tenuti in conto dalla comunità di ascoltatori, diffusa ed eterogenea, che con Marino Sinibaldi e la sua Radiotre ha trovato pane per i propri denti: una battaglia continua per non assopirsi mai, per non rinunciare mai alla libertà“.