Matteo Galletti è professore associato di Filosofia morale presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze. È inoltre coordinatore del Comitato per l’etica clinica dell’ASL Toscana Centro e presidente della sezione fiorentina della Società Filosofica Italiana. A Passaggi Festival, in occasione della rassegna “La scienza sotto le stelle”, ha presentato il suo ultimo saggio: “La pillola per diventare buoni. Etica e potenziamento morale” (Fandango).
Ecco la “pillola”: il biopotenziamento sulla moralità umana
Claudio Pettinari, Magnifico Rettore dell’Università di Camerino, conversa con Matteo Galletti sul suo ultimo saggio. L’essere umano ha adottato, nel corso della storia, diversi modi per divenire “moralmente più buono”, per limitare la violenza ed il male che l’uomo può perpetrare verso i suoi simili e non. Dall’educazione dei pargoli alle letture costruttive, dal senso civico alla rieducazione del condannato. Metodi che possono essere efficaci per alcuni quanto futili per altri. In futuro, la genetica e le neuroscienze potrebbero consentirci di intervenire sulla natura degli esseri umani, biopotenziando le predisposizioni morali perché siano maggiormente rivolte a gentilezza, altruismo, empatia. Il libro di Galletti ragiona sugli sviluppi biotecnologici che potrebbero manifestarsi in un futuro non così remoto e considera alcune possibili reazioni a tali sviluppi.
L’etica come filosofia e scienza
Galletti premette dicendo che la bioetica è un campo che molte persone confondono troppo spesso con la fantascienza quando, in realtà, si tratta più di scienza unita alla filosofia. Quando si parla di etica, infatti, come possono non venire alla mente grandi pensatori come Socrate, Platone, Aristotele, Machiavelli, Kant. Ora immaginiamo di unire la grande eredità ideologica tramandataci da questi individui, convertita ad un modo di pensare più “attuale”, ai più innovativi progressi scientifici e tecnologici.
Libero arbitrio con Stanley Kubrick
Pettinari porta al centro del discorso uno dei temi centrali del libro, forse il più importante: la questione del libero arbitrio. Per chiarire questo argomento il Magnifico Rettore riporta un passo del saggio facente riferimento al film di Stanley Kubrick “Arancia Meccanica” ove Alex, un individuo che nella sua vita ha sempre fatto del male e perpetrato violenza, viene obbligato a provare repulsione verso la violenza stessa. La “terapia” si rivela miracolosa: Alex ha perduto ogni istinto d’aggressività e prepotenza e, quando viene stuzzicato per accertarsi di non poter più fare del male, prova un senso di disgusto, di malessere fisico più che psicologico. Dunque Alex, un criminale recidivo, viene “curato”, ora non può più perpetrare violenza. Ma a che costo? Modificando la natura, l’istinto di una persona, di fatto si pone fine all’esistenza di quella persona, si crea “un altro Alex”. E se Alex, in futuro, si ritrovasse ad assistere ad un atto di violenza che un innocente sta subendo da parte di un altro individuo? Non sarebbe in grado di agire. Qual è, dunque, il limite, la linea di demarcazione, tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato? Chi può assumersi la responsabilità di cambiare la vita di una persona pur essendo tuttavia consapevole che, in questo modo, qualcun altro potrebbe cambiare la sua?
Il dilemma etico classico: la dicotomia tra bene e male
Il dilemma etico del libero arbitrio è dunque una questione tutt’altro che risolta. Galletti spiega che la modificazione del libero arbitrio, per alcuni, è ammissibile solo se “a fin di bene”. Tuttavia come potremmo conoscere il bene se non esistesse il male? Ecco l’etica filosofica nella sua parte più pura: il comportamento pratico dell’uomo di fronte ai due concetti di bene e di male. Il “bene”, così come il “male”, è un concetto mutevole nel tempo, ciò che oggi è tollerato domani potrebbe non esserlo e viceversa. Il concetto di moralità, quindi, riflette l’identità di ogni singolo individuo, riadattato a standard prestabiliti (come il rispetto del codice della strada, il rispetto della legge in generale…). Comunque, ad oggi, non esistono farmaci in grado di cambiare permanentemente la moralità di una persona. La somministrazione di determinate sostanze, come ormoni, riesce però a modificare temporaneamente l’indole di alcuni individui: si pensi, ad esempio, all’ossitocina ovvero un ormone in grado di “calmare” individui, soprattutto bambini, affetti da ADHD (Disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività).