Paolo Gentiloni Passaggi Festival Il secondo ospite della rassegna Grandi Autori di Passaggi Festival è stato Paolo Gentiloni, politico, giornalista, tra i fondatori del Partito Democratico e Presidente del Consiglio di ministri dal 2016 al 2018.  Con la giornalista di Repubblica Alessandra Longo ha presentato il suo libro “La sfida impopulista. Da dove ripartire per tornare a vincere”.
Insieme hanno conversato riguardo temi politici e problemi del nostro Paese.

Un’alterativa impopulista

Il termine “impopulista” è stato coniato da Ilvo Diamanti riferendosi alla leadership di Paolo Gentiloni che non segue l’ondata populista. Secondo l’ospite non bisogna assecondare questo clima e non dobbiamo accontentarci di una politica fatta di insulti, di esaltazione dell’incompetenza e di attacco all’avversario.
Per la sinistra, la strada per tornare a vincere è impervia, ma sicuramente non è quella creare un’imitazione del populismo. È necessario proporre un’alternativa.

Paolo Gentiloni afferma che il Partito Democratico non è mai stato, anche prima del buon risultato alle elezioni Europee, un partito morto.
La nuova sfida che si sente di poter lanciare è quella di contendere alla Lega il posto di primo partito del Paese. Una linea populista, demagogica, che promette sicurezza, ma non la garantisce, secondo Gentiloni non riuscirà a mantenere consenso a lungo.

Immigrazione: come affrontare questo fenomeno

Alessandra Longo ha spostato la conversazione sul tema dell’immigrazione ricordando la situazione della ONG Sea Watch che da giorni naviga vicino a Lampedusa con quarantadue migranti a bordo senza poter approdare. Gentiloni ha affermato che è necessario accogliere questi uomini e queste donne per non calpestare diritti e tradire il senso di umanità.
La vicenda, secondo l’autore, viene sfruttata unicamente a fini di propaganda e per creare consenso. Contrariamente a quanto affermato con certe frasi a effetto, i porti italiani non sono veramente chiusi e la scorsa notte a Lampedusa sono sbarcati quarantacinque migranti portati da due navi.

I flussi migratori devono essere regolati in maniera legale e più sicura, attraverso la creazione di corridoi umanitari. In questo modo si eviterebbero molte morti e si eliminerebbero le tensioni all’interno del Paese.
Seminare odio non rende un paese più sicuro. La sicurezza dipende dalle forze dell’ordine, dall’intelligence, dal sentimento di inclusione e comunità.
È necessaria una politica seria sull’immigrazione che non si basi sulla chiusura dei porti e sulla negazione di principi umanitari. I flussi migratori non possono essere bloccati (sarebbe svantaggioso anche per l’economia italiana) e si fermano solo con il passare dei decenni, attraverso una politica di sviluppo delle economie dei Paesi di provenienza.

Governare l’Italia oggi

Nel suo libro Paolo Gentiloni definisce un buon governo quello basato su competenza, credibilità, sobrietà e dialogo.

La struttura del governo italiano è simile a quella del governo tedesco. Italia e Germania sono Paesi che hanno vissuto una dittatura e per evitare il pericolo di nuovi totalitarismi le loro Costituzioni sono dirette a limitare gli eccessi e la concentrazione di potere. L’esercizio della leadership per funzionare necessita di un ampio dialogo con altre istituzioni e di un vasto coinvolgimento.

Gentiloni si augura che l’attuale presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, possa recuperare le prerogative che gli spettano per legge e che affronti insieme ai suoi collaboratori i problemi dello Stato con decisione ed efficacia.

Per quanto riguarda la procedura di infrazione per il debito pubblico, l’ospite ha spiegato che in Europa contano due aspetti: la credibilità delle proposte che vengono fatte e soprattutto la capacità di creare alleanze. Al momento l’unico alleato dell’Italia sembra essere l’Ungheria di Orban e ciò è insufficiente per ricoprire un ruolo decisivo nell’Unione.

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