In occasione del conferimento del Premio giornalistico Andrea Barbato ad Ahmet Altan, scrittore e giornalista turco, la prima giornata della nona edizione di Passaggi Festival si è conclusa parlando di diritti e libertà, della loro violazione e soprattutto dei mezzi con cui contrastarla: la scrittura e la parola.
La storia di Ahmet Altan a Passaggi Festival
Venerdì 18 giugno il palco di Piazza XX Settembre, a Fano, ha ospitato la giornalista turca Yasemin Çongar, direttrice di P24 e di Casa della Letteratura di Istanbul, l’interprete Maura Vecchietti e i membri del comitato scientifico del Festival della Saggistica Nando dalla Chiesa e Marino Sinibaldi.
Il tema centrale dell’incontro è stata la storia di Ahmet Altan, fortemente legata alla situazione politica della Turchia. L’intellettuale turco, ex direttore del quotidiano Taraf ed autore di saggi e romanzi, ha passato quattro anni in carcere con l’accusa di aver trasmesso in televisione messaggi subliminari a favore del golpe che nel 2016 tentò di rovesciare il regime di Erdoğan. Il 14 aprile 2021 è stato scarcerato, ma la sua libertà è limitata e provvisoria: non può lasciare la Turchia, non avendo un passaporto, e sono ancora in corso diversi processi contro di lui che potrebbero concludersi con una condanna a venticinque anni di reclusione.
Yasemin Çongar ci presenta Ahmet Altan
Altan è stato privato dei suoi diritti e della sua libertà, ma ciò non è stato sufficiente a fermare la sua penna e la sua lotta per la democrazia. Come ha affermato Sinibaldi, lo scrittore turco, grazie alla sua fantasia e creatività, è riuscito a rivendicare la sua dignità di uomo in tutte le sue vesti: scrittore, giornalista e sognatore. Frutto della sua esperienza in carcere è il libro Non rivedrò più il mondo (Solferino).
Yasemin Çongar ha descritto Ahmet Altan come un ottimista, un uomo che non ha mai perso la fiducia nella vita, nemmeno nei lunghi giorni della sua reclusione. Quando una mattina, all’alba, i poliziotti suonarono alla sua porta per arrestarlo, lui li accolse con un sorriso e offrendo loro una tazza di tè.
Lo scrittore turco ha saputo che avrebbe ricevuto il Premio giornalistico Andrea Barbato tre giorni prima di essere liberato. Riconoscimenti come questo e il fatto che le sue parole, attraverso i suoi libri, raggiungano numerosi lettori gli hanno dato la forza di continuare a vivere e a portare avanti le proprie battaglie attraverso la scrittura.
La Turchia, un Paese di contrasti
La Turchia è un Paese di contrasti. Non solo nella società turca convivono culture opposte, rappresentate recentemente dalla serie tv Ethos, ma al regime dispotico di Erdoğan si contrappongono sindaci democratici eletti alla guida delle principali città, immensi scrittori come Orhan Pamuk e una generazione di giovani che lotta per una vera democrazia. Quest’ultimi non credono alle menzogne del governo (spesso esageratamente fantasiose) e cercano di contrastare l’intenso controllo esercitato sui giornali diffondendo la realtà attraverso internet.
Secondo Yasemin Çongar, anche lei accusata senza prove di aver partecipato all’organizzazione di un golpe contro il presidente, per superare l’attuale regime è fondamentale coinvolgere le minoranze, completamente escluse dal processo di democratizzazione attuato da Erdoğan per il solo fine di consolidare il proprio potere.
Diritti infiniti, non provvisori
Durante l’incontro Nando dalla Chiesa ha sottolineato che la Turchia non è il solo Paese dove i diritti dell’uomo e la democrazia vengono calpestati. Lo stesso accade in Egitto, in Etiopia, in Libia, in Arabia, in Colombia e in innumerevoli Stati.
C’è un’enorme distanza tra ciò che accade nel mondo e le dichiarazioni ufficiali dei governi più avanzati e degli organismi internazionali.
È necessario difendere le libertà e la dignità prima di dedicarsi alla geopolitica. I diritti non possono essere considerati provvisori, devono essere punti di arrivo da cui non si deve recedere.
La cerimonia di premiazione con Ivana Monti Barbato e Samuele Mascarin
L’evento della Rassegna di saggistica “Libri in Piazza” si è conclusa con la cerimonia di premiazione. L’Assessore alle Biblioteche e ai Servizi Educativi del Comune di Fano Samuele Mascarin ha letto le motivazioni del conferimento del Premio Andrea Barbato. Il riconoscimento è stato ad assegnato ad Ahmet Altan per aver raccontato la realtà ad ogni costo, per essere riuscito a rappresentare nei suoi saggi e romanzi un Paese pieno di contraddizioni, per non aver mai perso la fede nella parola e per aver dato voce a donne e uomini ridotti al silenzio dal regime turco.
Ivana Monti Barbato, moglie del giornalista Andrea Barbato, ha consegnato il premio augurandosi che la liberazione di Ahmet Altan sia definitiva e ringraziando tutti gli “intellettuali coraggiosi”, ad iniziare da Marino Sinibaldi, per aver coltivato le nostre menti costringendole a un quotidiano confronto con se stesse e tenendoci tesi all’espandersi di pensieri più intensi e vasti. Il suo intervento e la prima giornata della nona edizione di Passaggi Festival si sono conclusi al grido di “viva la democrazia!”.