Walter Veltroni presenta a Passaggi Festival il suo quarto lungometraggio
Veltroni in occasione della seconda serata della quinta edizione di Passaggi Festival presenta il suo nuovo film “Indizi di felicità” che si articola attorno a storie speciali ed uniche nella loro semplicità, sulle quali è impossibile non riflettere. Insieme a lui, sul palco, Marino Sinibaldi, direttore di Rai Radio Tre e critico letterario.
[vc_separator type=”transparent” position=”left” color=”” border_style=”dashed” width=”” thickness=”” up=”” down=””] [no_dropcaps type=”normal” color=”red” font_size=”” line_height=”” width=”” font_weight=”” font_style=”” text_align=”” border_color=”” background_color=”” margin=””]D[/no_dropcaps]i fronte all’assassinio collettivo della speranza di felicità che attanaglia i nostri tempi , Veltroni risponde con un’indagine “poliziesca” avente come scopo la ricerca di “indizi di felicità”. Egli desidera infatti contrastare il singolare paradosso dell’uomo moderno occidentale che, pur vivendo in un clima pacifico e fertile rispetto a quello affrontato ieri ed oggi da molte persone nel mondo, si rapporta con una quotidiana indifferenza dovuto all’assuefazione ai quei diritti per i quali si è tanto combattuto.L’idea di girare tale film nasce dall’incontro con un ragazzo down durante la registrazione del suo precedente lungometraggio “I bambini sanno”.
“ Futuro è una parola bellissima” risponde il giovane interrogato sul significato di tale termine. Il futuro, come Veltroni sottolinea nei primi minuti del suo film con immagini forti e crude di stragi presenti e passate, dalle Torri ai terremoti del centro Italia, è oggi fin troppo spesso sinonimo di incertezza e paura.
“È possibile essere felici in questo tempo? ”
Noi viviamo nella pace, viviamo più a lungo, stiamo meglio, sappiamo di più, abbiamo grandi possibilità, ma nonostante ciò non siamo la generazione più felice perché la nostra esistenza è segnata da una cupezza suscitata dalla mancanza di fiducia nel futuro e dalla mancanza di speranza, sentimento che, paradossalmente, è più forte in coloro che si trovano in situazioni umanamente più difficili rispetto alla nostra.
“E che cos’è la felicità?”
“La felicità è una conquista non impossibile che si raggiunge con tenacia e determinazione, nel rapporto con gli altri, i quali ci aiutano a percepirla da prospettive diverse dalla nostra.
In un mondo pervaso da odio e timore l’ascolto della vita altrui è una “meravigliosa epifania” che spezza la monotonia grigia della nostra esistenza arricchendola di colori perché “ogni persona è una sorpresa.” Le sue parole sembrano adattarsi perfettamente allo slogan di Passaggi, l’amore al tempo dell’odio è possibile, soprattutto grazie ad un’unione che non va temuta ma perseguita.
Infatti conditio sine qua non della felicità è la libertà. Quest’ultima va necessariamente garantita dallo Stato attraverso pari opportunità che permettano a tutti di investire nella speranza di felicità.
Veltroni, sebbene “alzi l’ambizione” scegliendo di trattare un argomento così delicato, molto umilmente abbassa il proprio sguardo ponendosi in ascolto delle persone intervistate che raccontano la loro vita colta nei suoi momenti migliori.
Dal lungometraggio si comprende come la felicità vanti migliaia di sfaccettature, ognuna diversa dall’altra: riabbracciare il proprio padre dopo anni di prigionia, guarire da un tumore, volare con un’aquila, trovare la particella di Dio, sposarsi, vivere nel silenzio di Monte Giove. Per Veltroni è un monito di saggezza: accogli e rispetta l’altro e viceversa.
Da uno dei tanti protagonisti del film è emerso che la felicità sia condivisione. In effetti la felicità esiste solo se condivisa ed è difficile da raggiungere da soli.
La felicità è un istante o uno stato dell’esistenza? Per Veltroni questo è il suo film sul presente come sottolinea il giornalista Marino Sinibaldi, mentre “I bambini sanno” era uno sguardo al futuro e “Quando c’era Berlinguer” al passato. La felicità infatti va ricercata nell’oggi dove la coscienza che essa possa esistere è un’idea innovativa ed eversiva, sembra quasi una favola per bambini. Ma per Veltroni una luce in fondo al tunnel c’è e ci sarà sempre: “è necessario agire su cuore e cervello delle persone e non sul fegato: questa è la sfida e della società e della politica del nostro tempo.”
Testo di Martina Broccoli, Veronica Orciari