Massimo Franco Passaggi Festival 2022

Per la Rassegna di saggistica Libri in Piazza ospite di Passaggi Festival in Piazza XX Settembre è Massimo Franco, autore del libro “Il monastero. Benedetto XVI, nove anni di papato-ombra”, edito da Solferino. A intervistarlo c’è la giornalista Alessandra Longo.

Una questione traumatica per la Chiesa e la formazione di due schieramenti papali opposti

La questione riportata da Massimo Franco costituisce un vero e proprio trauma per la Chiesa, tuttora irrisolto. Due papi hanno compiuto una scelta speculare: papa Ratzinger ha scelto di dimettersi, restando emerito e vivendo in un monastero, un luogo esclusivo e sublimato, ex convento di clausura; papa Bergoglio, invece, non vive nel palazzo apostolico, ma a Casa Marta. un posto trafficato. Sicuramente è una situazione senza precedenti e, malgrado l’armonia che c’è tra i due papi, si sono creati due schieramenti: i tradizionalisti, a fianco di Ratzinger, e i progressisti, a supporto di Bergoglio. A causa dell’inasprimento del confronto tra le tifoserie si sviluppa un nuovo scisma, che toglie entusiasmo al papato di Francesco e rende faticoso il rapporto tra i due luoghi.

Quale immagine della Chiesa sarà raccontata in futuro?

Secondo Massimo Franco, in contrasto con la maggioranza, la vera anomalia non sta nella scelta di Francesco di vivere a Casa Marta e di rinunciare ai poteri papali in senso cerimoniale, ma si trova nella rinuncia da parte di Benedetto. A partire da questo, tutti gli altri fatti sono solo conseguenze. Chi racconterà nel futuro la storia del papato di questi anni, dovrà raccontare di Benedetto, papa che si è dimesso perché non aveva più le forze per sostenere un impegno così gravoso, ma ha mantenuto comunque il suo nome, continua a vestirsi di bianco e a vivere nel Vaticano, e di Francesco, papa che non vive nei palazzi apostolici per questioni psichiatriche. Non è mai stato risolto dalla Chiesa questo trauma, la quale, invece, offre due immagini di due papi. La Chiesa non è in grado di risolvere il problema dell’atto delle dimissioni e della rinuncia. Il gesto radicale e di rottura di Benedetto è un unicum o sarà l’inizio di una lunga serie?

Ritrovare l’unità della Chiesa e porre termine agli scismi

Nei nove anni di papato di Benedetto ci sono state tensioni oggettive. La voglia di cambiare di Francesco si arena dopo poco tempo, perché non ha ancora la strada, ma sono assai presenti la confusione e la divisione. Il suo limite di governo sta nel non aver unito la Chiesa e il mondo cattolico, ancora diviso e confuso. i due papi hanno utilizzato due modelli opposti per governare la Chiesa: il modello conservatore e tradizionalista di Ratzinger e quello antitradizionale di Bergoglio. Tuttavia ci si chiede se si potrà ritrovare un pontefice che ponga fine agli scismi interni alla Chiesa e agli scontri tra le diverse fazioni. Un errore assai grave commesso dai collaboratori di Francesco è non considerare Roma il centro del cattolicesimo: la Chiesa cattolica è romana, nonostante ci siano alcune divisioni. Gran parte della confusione e delle difficoltà sono causate dalla componente antiitaliana dell’ultimo conclave.

Benedetto ha aiutato la Chiesa nei momenti di difficoltà

Non è possibile sapere con precisione cosa abbia spinto Benedetto alla rinuncia. Benedetto è un papa silenzioso, mentre Francesco parla così tanto che riceve più seguito dalla sinistra che dai fedeli. Nelle poche volte che ha parlato, Benedetto ha ricevuto un’eco superiore a quello di Francesco. Molti sostenitori di Francesco si oppongono a Benedetto anche quando costui difende Francesco: è una situazione tossica. Il mondo cattolico tradizionalista ritiene che se non ci fossero stati gli interventi e gli scritti di Benedetto, le reazioni all’interno della Chiesa e al di fuori sarebbero state molto più violente. Benedetto ha arginato le spinte di opposizione. Ormai i due papi sono usati spesso contro dagli analisti e dai critici, ma non giocano contro. Francesco si avvale di Benedetto per coprire il lato tradizionalista ed evitare le debolezze. La rinuncia non è un atto vietato.

Un nuovo papa per risolvere i problemi non affrontati negli ultimi conclavi

L’obiettivo dei futuri papi sarà gestire i problemi non risolti negli ultimi due conclavi. Le dinamiche all’interno del conclave sono decise da come un papa l’ha preparato. La Chiesa è in tempesta; testimonianze di ciò sono i licenziamenti e il commissariamento delle organizzazioni laiche. Il papato di Bergoglio è indebolito. Le riforme di Ratzinger sono state fermate dalla curia. Come sarà il nuovo papa? In attesa di scoprirlo, è bene dire che all’interno della famiglia pontificia è importante anche la presenza femminile, delle donne laiche, oltre che delle suore. Questa comunità è fatta di figure senza volto e senza nome. La riservatezza è un grosso problema: appunto per questo noi definiamo il papato in ombra, non potendo essere al corrente di tutte le azioni della Chiesa perché non vengono rese pubbliche. Il punto di partenza per risolvere tutte le questioni è il monastero.

Due personalità diverse riguardo la politica estera

I due papi rappresentano due solitudini e a loro sono attaccate etichette che non li rappresentano. Benedetto non interviene sulla guerra odierna tra Russia e Ucraina per evitare una possibile considerazione errata. Francesco prova a dialogare ma Putin si irrigidisce. Sono enormi le difficoltà per il Vaticano riguardo la politica estera. Gli americani sono duri con Bergoglio e si formano delle correnti ortodosse che si rafforzano contro di lui a causa della sua non condivisione per l’aborto. Gli Stati Uniti utilizzano molti soldi per organizzare conferenze episcopali non presiedute dal papa. Bisogna capire il possibile ruolo degli episcopati degli Stati Uniti.

CONDIVIDI!