Non dobbiamo salvare il mondo

Non dobbiamo salvare il mondo. Dall’auto elettrica al bio, tutti i falsi miti della religione green
di Francesco Vecchi, Piemme

C’È UNA CATASTROFE AMBIENTALE IMMINENTE E POI CI SONO LE SOLUZIONI CHE A QUELLA CATASTROFE AGGIUNGONO UNO SCENARIO DI DECRESCITA E POVERTÀ. I CAVALLI DI BATTAGLIA DELL’AMBIENTALISMO DA SALOTTO, DAL BIO ALLE AUTO ELETTRICHE, SONO SOLO FALSI MITI: SOLUZIONI IMPRATICABILI O, PEGGIO, DANNOSE.

UN APPELLO AD ABBANDONARE RITI E ARTICOLI DI FEDE TIPICI DEL MILLENARISMO VERDE ALLA MODA PER ABBRACCIARE LA SCIENZA E, DI CONSEGUENZA, UN AMBIENTALISMO PRAGMATICO.

Bombardati di appelli e notizie allarmanti, siamo stati portati a credere che ormai ambiente e sviluppo economico siano definitivamente incompatibili. La tesi di Francesco Vecchi è che non debba per forza andare così. Ma dovremmo smetterla di farci accecare della crociata “per salvare il mondo” condotta dai fanatici dalla religione green: non ha senso contrapporre noi cattivi e dannosi esseri umani al povero pianeta messo a rischio, perché non è la Terra a dover essere salvata, siamo noi.

Questo libro è un appello ad abbandonare riti e articoli di fede tipici del millenarismo verde alla moda, per abbracciare la scienza, e di conseguenza un ambientalismo pragmatico. Il primo passo: cominciare a basarsi su fatti e numeri per misurare – e mettere sulla bilancia con vera consapevolezza – i problemi sociali, economici ed ecologici che si intrecciano tra loro.

Basterebbe questo per accantonare sia le illusioni sia il catastrofismo della religione green. Scopriremmo che è impossibile affidare l’intero approvvigionamento energetico di un paese come l’Italia alle sole rinnovabili, che l’auto elettrica è di fatto controproducente in termini di impatto ambientale, che gli otto miliardi di persone che popolano il pianeta non potranno mai sfamarsi di cibo “bio”. Ecco perché dovremmo accogliere senza pregiudizi ideologici le tecnologie che davvero potrebbero farci vincere la sfida contro il riscaldamento globale, senza precipitare in una decrescita economica tutt’altro che felice: in particolare, il nucleare di quarta generazione e l’agricoltura geneticamente modificata.

Potrà piacere o meno, ma è l’unico modo per evitare entrambe le catastrofi: quella ambientale e quella della fame e della povertà.

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